MUSEO DEL FUTURISMO E PRIMO 900
"ALBERTO VIVIANI - BURALI"


Fondato a Firenze nel 1909
Curatore dal 1969: Paolo Perrone Burali d'Arezzo
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I 3 PERIODI DELL'ACCHIVIO VIVIANI
IL 1° DAL 1909 AL 1944

Dal maggio 1909 (il famoso e storicizzato viaggio di Viviani da Firenze a Milano per conoscere Marinetti), L'archivio - iniziato in Firenze col sostegno entusiasta dei lungimiranti genitori di Alberto Viviani - si svilupperà in molteplici direzioni tematiche.
Viviani, a cui l'intraprendenza giovanile non mancava di certo, cominciò a seguire il più possibile Marinetti, da subito. Fin dalla Serata futurista del 1910 nel Teatro Mercadante di Napoli, quando restò folgorato dal fascino della città, che adorò e frequentò tutta la vita. Viviani fu sempre vicino a Marinetti fino alla morte del 1944.




2° PERIODO / DAL 1945 al 1970

Già dal 1945 Viviani prese a muoversi per Marinetti e il Futurismo in Italia (e ne occorreva di coraggio) e all'Estero: quando tutti se ne infischiavano, ormai, del Futurismo e delle sue invenzioni univarsali. Le quali,Iniziò immediatamente la litania faziosa della comprommissione del Futurismo col fascismo. Litania che è andata scomparendo con la nuova celebrità del Futurismo, col ritorno della moda di quel tempo e con lo scoppio del mercato.Negli Anni Cinquanta-inizio Sessanta, Viviani fu il punto di riferimento dei futiristi sopravvissuti, nonché di tanti studiosi e studenti italiani e stranieri. Dopo aver subito vari furti (sia in casa e nel suo studio che  in mostre esterne a cui aveva prestato e non tutto era ritornato), suddivise le raccolte in diverse sedi in Firenze e fuori città.
Suddivisioni che si rivelarono miracolose durante la  terrificante alluvione dell'Arno del 1966.
Continuò per tutta la vita a promuovere il Futurismo. Nel novemre 1969 ci fu l'ultima apparizione pubblica di Viviani: la mostra per il Sessantennio del Futurismo e celebrazione di Marinetti ad un quarto di secolo dalla scomparsa (Napoli, Galleria Vittoria - mostra curata da Paolo Perrone Burali d'Arezzo, dove per la prima volta il Futirismo entrò in un Telegiornale).


3° PERIODO / DAL 1971 AD OGGI

Dal 1970/71 in poi la professoressa Elisa Viviani (Firenze 1905-1980), dopo un periodo drammatico per la perdita del consorte, trovò in se stessa una forza ed una determinazione straordinarie. E dedicò tutta la sua esistenza al ricordo del suo Alberto, nonché di Marinetti, di Papini e di tutto il loro mondo, che fu molto alto sul piano morale e culturale.
Cominciarono ad inviare lettere alla Viviani, scrittori, critici, artisti, musicisti, giornalisti. Tutto ammirati per quanto ella faceva. Bellissima a tale proposito, per fare un esempio, la lettera di encomio di Aldo Palazzeschi del 1974, spedita da Roma a Firenze poche settimane prima della morte del grande scrittore.
La Viviani collaborava e presenziava a tutte le manifestazioni del nostro Museo. Non solo a Firenze: ma anche a Milano, a Roma, a Napoli. Nella nostra rassegna futurista di Milano del 1971, la mattina dopo l'inaugurazione venne nella Galleria Schettini, Dino Buzzati. Volle conoscere la Viviani, si felicitò con lei. Poi scrisse un articolo sul Corriere della Sera.
Nella mostra di Roma, sempre nel 1971, fu molto vicino ed affettuoso con la Viviani, Gerardo Dottori: così come il celebre pittore lo era stato con Alberto Viviani e con la consorte nella nostra esposizione futurista di Napoli del 1969.
Nelle due mostre del 1971 venne presentato il libro "Storia d'un poeta" di Paolo Perrone in ricordo di Viviani. A Roma lo presentò lo scrittore Giorgio Saviane. Volume segnalato per la saggistica al Premio letterario "Viareggio" di Leonida Repaci, il quale presenziò alla esposizione di Roma.


In quegli anni, Elisa Viviani volle che nella scritta del Museo del Futurismo Alberto Viviani si accostasse - dopo un trattino - lo storico toscanissimo cognome Burali.
Le tre suindicate rassegne futuriste (Napoli 1969, Milano e Roma 1971) furono molto importanti nella vita del nostro Museo: un tracciato si chiudeva, un altro si prospettava nella continuità. 


DONAZIONI E ACQUISIZIONI IN UN SECOLO

Moltissime le prestigiose donazioni (materiali d'ogni carattere) nei decenni da F.T. Marinetti, Vamba (Luigi Bertelli), Guido Mazzoni (il grande cinquecentista che ricoprì la cattedra di Giosuè Carducci e che fu maestro di Alberto Viviani), Lucio d'Ambra (Eduardo Renato Manganella), Giovanni Papini, Aldo Palazzeschi, Libera Carelli (la scrittrice che, da bambina, era stata ritratta con i genitori da Balla. Il quadro è a Capodimonte), Alfredo Schettini, Elica Balla, Euro Civis, Piero Girace, Gerardo Dottori, Filippo Schettini, Alessandro Bruschetti, Galliano e Giulia Mazzon, famiglia di Adone Asinari, Primo Conti, Umberto Luigi Ronco, Giovina Casciaro degli Archivi Giuseppe e Guido Casciaro, Francesco Cangiullo.


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